Il Beato Pier Giorgio Frassati



Il Beato Pier Giorgio Frassati è venerato anche quale Patrono delle Confraternite d'Italia, patronato concesso con decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti dell'8 giugno 1990 (Prot. CD 488/90)

Nato il 6 aprile 1901 a Torino

Tornato alla Casa del Padre il 4 luglio 1925

Beatificato dal Beato Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990

Festa: 4 luglio (in tale giorno nella celebrazione della messa in onore del predetto patrono per le Confraternite possono essere adoperati i testi liturgici confermati per l'Arcidiocesi di Torino con prot. CD 183/90)

"Ecco l'uomo delle otto beatitudini, che reca con sé la grazia del Vangelo, della Buona Novella, la gioia della salvezza offertaci da Cristo" - Card. K. Wojtyla

Breve presentazione spirituale



a cura del Rev. P. Paolo Molinari, S.I. - Postulatore generale della Compagnia di Gesù

Pier Giorgio Frassati morì nella sua Torino il 4 luglio 1925, quando stava per conseguire la laurea in Ingegneria al Politecnico. La voce si diffuse rapidaente e la gente accorse a visitarlo.

Fu così che la morte lo rivelò a quei tanti che non lo avevano veramente conosciuto, come avevano invece potuto fare i suoi più intimi amici di scuola e di università, come pure i suoi veri amici del cuore, i poveri, a cui egli si era dato con una sensibilità e finezza sconosciute, per i quali aveva donato il meglio di sé.

Che egli fosse rimasto per tutti gli altri come uno dei tanti, non fa specie. Era infatti un giovane del tutto normale, che doveva impegnarsi con sforzo per portare avanti gli studi; un appassionato della montagna e dello sport; un ammiratore della natura e dell'arte; un giovane da cui sprizzava la gioia, che amava lo scherzo, che aveva rapporti sinceri di amicizia; un uomo impegnato nella vita sociale e politica del suo tempo, piena di contrasti e tensioni; un giovane coraggioso e leale, fedele fino in fondo ai auoi principi, alle persone, ai suoi familiari, ai suoi amici.

Tuttavia, era un giovane in cui c'era qualche cosa di più: in Pier Giorgio brillava una luce radiosa ed ardeva una fiamma viva. Erano la fede sincera e la carità opersa, che fecero di lui un autentico uomo, un vero cristiano.

Sono queste le due note che chi gli era stato vicino aveva potuto scoprire ed ammirare sentendosene anche attirato; sono queste le caratteristiche della sua esistenza che spiegano perchè, intorno alla sua bara, si affollarono i poveri, i diseredati, i sofferenti, per i quali egli, come cristiano, aveva fatto una scelta e che, ai suoi funerali, si confusero con gli uomini della finanza, della politica e della cultura.

Fu appunto allora che molte personalità, e con loro tanti altri, incominciarono a capire perchè egli era così simpatico ed amabile ed anche perchè, alla sua presenza, ci si sentiva interpellati e quasi chiamati a vivere più coerentemente.

Fu confratello della Compagnia del SS.mo Rosario di Pollone.

Breve presentazione della sua vita



Liberamente tratto da “Pier Giorgio Frassati dalla preghiera all’apostolato”, P. Di Girolamo S.I, Ed. ADP, Roma 1990.

I - LE TAPPE DELLA SUA VITA

1901: 6 aprile, nasce a Torino in una famiglia dell’alta borghesia: il padre Alfredo fondatore e proprietario del giornale “ LA STAMPA”, la madre Adelaide Ametis pittrice.

1910: Fa il suo primo incontro con Gesù nell’Eucaristia.

1913: Frequenta l’Istituto Sociale retto dai Padri Gesuiti. La sua nativa pietà viene incrementata; strappa alla mamma il permesso di accostarsi quotidianamente all’Eucaristia.

1914: Si iscrive all’Apostolato della Preghiera: in seguito accresce la sua vita spirituale nella Congregazione Mariana e nella Conferenza della S. Vincenzo; partecipa ogni anno agli Esercizi Spirituali.

1918: Conseguita la Maturità Classica sceglie la Facoltà d’Ingegneria presso il Politecnico “per essere più vicino ai poveri minatori“; frequenta attivamente il Club Alpino Italiano; fa parte del Circolo di Azione Cattolica; sostiene e difende la bandiera della FUCI; ive intensamente lo spirito del Terz’Ordine Domenicano.

1920: nominato il padre Ambasciatore a Berlino, trascorre lunghi periodi in Germania; ne approfitta per visitare miniere, studiare l’ambiente operaio e le organizzazioni cattoliche in loro favore.

1922: In contrasto con le idee del padre s’iscrive e milita coraggiosamente nel Partito Popolare.

1925: 4 luglio, nel pieno delle forze, prossimo alla laurea, la morte lo coglie all’improvviso per una forma di poliomielite fulminante.

II - GIOVANE DI PREGHIERA

Lo spirito di preghiera che spicca già fin dai primi anni della sua vita, andrà sempre più crescendo fino agli ultimi momenti fra i dolori lancinanti della morte.

La sua vita spirituale si delinea sempre meglio e acquista uno slancio tutto particolare quando nel settembre 1913, essendo stato bocciato dalla seconda alla terza ginnasiale (cioè la terza media) lascia la scuola pubblica e frequenta l’Istituto Sociale retto dai Padri Gesuiti; anche quando lascerà l’Istituto, rimarrà sempre legato ai Padri proprio per le iniziative di vita spirituale dove la religiosità di Pier Giorgio fa un salto di qualità.

Qui comincia la sua pratica della Messa e Comunione quotidiana. I suoi genitori non ne sono contenti, temono che lo faccia con superficialità e non vedono di buon occhio un figlio bigotto, che potrebbe un giorno farsi prete, proprio colui che si prevedeva essere l’ erede del grande senatore Frassati!

Arrivando a scuola non si ferma a chiacchierare con i compagni, ma va diritto in cappella a pregare senza rispetto umano e a partecipare alla Messa.

Spesso ripeterà “Cristo viene giornalmente a vistarmi nella S. Eucaristia, io ricambio la visita andando a trovarlo nei poveri”.

Sente parlare della Congregazione Mariana: vi partecipa, si consacra alla Madonna, s’impegna ad amarla, farla amare. Per mezzo di lei offre al Cuore di Gesù tutta la sua giornata ed affida a Lei la sua purezza.

La recita del S. Rosario è un impegno quotidiano; anche stanco al ritorno da gite, in treno, davanti a spettatori meravigliati nel vedere un giovane brillante di 20-24 anni sgranare la corona.

L’amore alla Madonna si manifesta in modo particolare al santuario di Oropa ed alla Consolata di Torino; nel mese di maggio lo intensifica portando fiori e facendo fioretti alla sua cara Madre Santissima.

Revisiona la sua vita spirituale negli annuali Esercizi Spirituali che frequenterà a Villa S. Croce.

L’Ora Santa l’attirava molto più che le feste brillanti, nelle quali fu visto spesso ritirarsi a pregare; provava grande gioia nell’accompagnare le processioni del Corpus Domini in tenuta goliardica sostenendo l’asta del baldacchino o accompagnando devotamente i sacerdoti nel portare l’Eucaristia ai malati.

III - APOSTOLO DELLA PREGHIERA

La spiritualità del S. Cuore, propria dell’Apostolato della Preghiera e l’offerta quotidiana delle preghiere, azioni, gioie e sacrifici in unione al Sacrificio Eucaristico per mezzo del Cuore Immacolato di Maria lo vivrà nell’università, nelle vacanze, all’estero. Convinto della necessità ed efficacia della preghiera Pier Giorgio fa un continuo, assiduo apostolato in favore della preghiera, cercando di conquistare il maggior numero di amici, conoscenti, estranei, ed organizzando momenti di preghiera trascinando tanti non solo con l’esempio ma anche con parole persuasive.

Nel discorsetto da lui fatto all’inaugurazione della Bandiera per il Circolo di Azione Cattolica di Pollone nel 1923 dice: “La preghiera è la supplica che noi eleviamo al trono di Dio, è il mezzo più efficace per ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo bisogno, specialmente la forza della perseveranza e nel raccomandare la fervida preghiera io annovero tutte le pratiche di pietà prima fra tutte l’Eucaristia. Cibatevi del Pane degli Angeli e lì troverete la forza per combattere le lotte interne”.

Lo zio Pietro, vissuto sempre lontano da una vita religiosa, muore finalmente riconciliato col Signore proprio per le preghiere di Pier Giorgio che in proposito scriveva: “Iddio nella sua infinita misericordia non ha badato ai miei innumerevoli peccati, ma ha esaudito la mie preghiere e quelle dei miei”.

Negli ultimi anni di vita il pensiero della morte vicina gli è sempre presente e chiede preghiere; dirà che il giorno della sua morte sarà il più bel giorno della sua vita e tre mesi prima di morire, alla sorella scrive: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo! Finchè la fede mi darà la forza, sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita”.

Dal cielo infine ottiene che i genitori si riconcilino tra loro e con Dio.

IV - L’ APOSTOLATO CARITATIVO E SOCIALE

Alla scuola dei Gesuiti conosce la S. Vincenzo, vi si iscrive e sarà fedele fin sul letto di morte, ove verga a stento un biglietto da recapitare a un confratello per un’offerta a un malato.

Alla S. Vincenzo non porta solo il suo aiuto economico, porta tutta la sua persona per visitare i poveri, specialmente malati, trasportare sul carretto legna o materassi, comperare medicine, rivolgersi ad altri per sollecitate aiuti e il tutto con tanta naturalezza, segretezza da far meraviglia. Alla sua morte, quello che colpisce i genitori e la sorella, è la partecipazione così numerosa e sentita di migliaia di poveri.

Vivere la propria vita religiosa agli inizi del 900 non era facile; (non è mai facile una vera vita cristiana, ma in certi periodi può esserlo di più o di meno).

Le manifestazioni religiose come Congressi Eucaristici e processioni erano le occasioni in cui borghesia e comunisti si alleavano contro i cattolici; tra questi si affermarono due Movimenti: A.C.I. e F.U.C.I. per il settore universitario.

Pier Giorgio che ha tutta una ricchezza spirituale non vuole tenersela chiusa in sé; anche per viverla meglio e diffonderla partecipa in pieno a due movimenti: A.C.I. e F.U.C.I. per il settore universitario cattolico; frequenta le adunanze, congressi: vive la vita di circolo, pronto a spazzare, spostare mobili, sempre in prima fila.

Al Politecnico tra la marea di avvisi osa mettere in bacheca quello della adorazione notturna e siccome altri lo strappano lo riscrive fino a 60 volte e rimane per ore a fare la sentinella.

In quell’epoca, proprio come frutto della rapida industrializzazione, specialmente in Piemonte, si era creata una grande disuguaglianza sociale ed era in atto la lotta per una maggiore giustizia sociale.

Nel campo ecclesiale l’Enciclica “Rerum Novarum” sulla condizione operaia di Leone XIII del 1891 era la magna carta ispiratrice dei sindacati cristiani con vari nomi come Leghe Bianche, che attraverso diverse e graduali riforme e previdenze cercavano una maggiore giustizia.

Pier Giorgio, per quanto giovane, aderisce al Movimento Cristiano Sociale e approfondisce lo studio dei problemi; all’Università sceglie Ingegneria Mineraria proprio per essere più vicino alla difficile vita dei minatori.

E’ convinto che solo il Cristianesimo con la sua dottrina sociale e con le idee di fraternità, giustizia e carità può portare a tutti i popoli pace e benessere; è contro la guerra, sostiene la riforma agraria, le casse rurali, il salario familiare, la partecipazione degli operai all’utile dell’azienda… tutte cose all’avanguardia. E Pier Giorgio ha solo 20-24 anni!

Aderisce al Partito Popolare Italiano nel 1922 a 20 anni (la sua tessera è controfirmata da Alcide de Gasperi) proprio per il suo ideale cristiano e per la sensibilità popolare ed approva il motto del giornale “Il Popolo”: “Per l’avvento di Cristo, per l’avvento del popolo”; auspica e s’impegna che il P.P.I. vinca le elezioni per dare una vera educazione cristiana al paese.

V - “IL GIOVANE CRISTIANO”

Pier Giorgio si iscrive al Terz’Ordine Domenicano e sceglie il nome di Fra Girolamo (Savonarola) per l’impegno religioso nella “ Civitas” (come il Savonarola per Firenze) e per creare strutture impregnate del precetto cristiano dell’amore.

Il Padre Karl Rahner S.I., che ebbe a lungo Pier Giorgio ospite a casa sua, ha lasciato scritto: “Frassati rappresentava il giovane cristiano puro, lieto, dedito alla preghiera, aperto a tutto ciò che è libero e bello, attento ai problemi sociali, un giovane che recava nel cuore la Chiesa e le sue sorti. La sua vita così ricca, così serena, quasi spensieratamente allegra (malgrado tutti i problemi familiari) trascorsa a cavallo, sugli sci, in montagna, in compagnia di amici e di ragazze, tra canti, accesi discorsi politici, acquista una profondità e una serietà che le derivano dall’assolutezza della fede cristiana in Dio e nella vita eterna”.

Rimane come faro per tutti, specialmente per i giovani, di un cristianesimo convinto , attivo, vissuto con naturalezza meravigliosa.

Preghiere al Beato Giorgio Frassati



Beato Pier Giorgio,
guidami nel pretendere la legittima eredità di figlio di Dio
ed erede del Suo regno.
Mostrami, con il tuo esempio,
come essere lento all’ira
e delicato nei miei rapporti con gli altri.
Aiutami a comunicare la pace di Cristo,
pronunciando parole di pace
e vivendo la vita nella pace.
Beato Pier Giorgio
chiedo la tua intercessione
per ottenere da Dio,
che è mite ed umile di cuore,
tutte le grazie necessarie al mio bene spirituale e temporale.
Con fiducia ti chiedo aiuto …(si formula la richiesta di grazia)

Signore Gesù,
donaci il coraggio di volare in alto,
di fuggire la tentazione della mediocrità e della banalità;
rendici capaci, come Pier Giorgio,
di aspirare alle cose più grandi
con la sua tenacia e la sua costanza
e di accogliere con gioia il tuo invito alla santità.

Liberaci dalla paura di non riuscirci
o dalla falsa modestia di non esservi chiamati.

Concedici la grazia,
che Ti domandiamo per l’intercessione di Pier Giorgio
e la forza per proseguire con fedeltà
sulla via che conduce “vero l’alto”.

Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Le motivazioni della beatificazione



dall'omelia del Beato Giovanni Paolo II proprio in occasione della beatificazione di Pier Giorgio Frassati il 20 maggio 1990

«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore. Lo Spirito di verità» (Gv 14, 15).

Nel nostro sècolo, Pier Giorgio Frassati, che a nome della Chiesa oggi ho la gioia di proclamare Beato, ha incarnato nella propria vita queste parole di San Pietro. La potenza dello Spirito di verità, unito a Cristo, lo ha reso moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo, e della grazia di salvezza operante nel cuore dell'uomo.

E' diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani del secolo ventesimo.

La fede e la carità, vere forze motrici della sua esistenza, lo resero attivo ed operoso nell'ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nella università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità.

Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità, è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la normalità » dell'esistenza.

E' proprio in questi fattori che ci è dato scoprire la sorgente profonda della sua vitalità spirituale. Infatti, è attraverso l'Eucaristia che Cristo comunica il suo Spirito; è attraverso l’ascolto della sua parola che cresce la disponibilità ad accogliere gli altri, ed è pure attraverso l'abbandono orante nella volontà di Dio che maturano le grandi decisioni della vita.

Solo adorando Dio presente nel proprio cuore, il battezzato può rispondere a chi gli domandi ragione della speranza » che è in lui (cfr. 1 pt 3, 15). E il giovane Frassati lo sa, lo sperimenta, lo vive. Nella sua esistenza la fede si fonde con la carità: saldo nella fede e fattivo nella carità, poiché la fede senza le opere è morta (cfr. Gc 2, 20).

Certo, ad uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario. Ma proprio questa è l'originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge alla imitazione.

In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l'adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte. Il gusto del bello, dell'arte, la passione per lo sport e per la montagna, l'attenzione ai problemi della società non gli impediscono il rapporto costante con l'Assoluto.

Tutta immersa nel mistero di Dio tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena!

La sua vocazione di laico cristiano si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. Con questo spirito Pier Giorgio seppe dare impulso ai vari movimenti cattolici, ai quali aderì con entusiasmo, ma soprattutto all'Azione Cattolica, oltre che alla FUCI, in cui trovò vera palestra di formazione cristiana e campi propizi per il suo apostolato. Nell'Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s'impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, della emarginazione e dell'abbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo.

Morì giovane, al termine di una esistenza breve, ma straordinariamente ricca di frutti spirituali, avviandosi «alla vera patria a cantare le lodi a Dio».

L’odierna celebrazione invita tutti noi ad accogliere il messaggio che Pier Giorgio Frassati trasmette agli uomini del nostro tempo, soprattutto a voi, giovani, desiderosi di offrire un concreto contributo di rinnovamento spirituale a questo nostro mondo, che talora sembra sfaldarsi e languire per mancanza di ideali.

Egli proclama, con il suo esempio, che è beata " la vita condotta nello Spirito di Cristo, Spirito delle Beatitudini, e che soltanto colui che diventa l’ uomo delle Beatitudini" riesce a comunicare ai fratelli l'amore e la pace. Ripete che vale veramente la pena sacrificare tutto per servire il Signore. Testimonia che la santità è possibile per tutti e che solo la rivoluzione della Carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza di un futuro migliore.

«Si, stupende sono le opere del Signore... Acclamate a Dio da tutta la terra» (Sal. 66, 1-3).

I versetti del Salmo, che risuonano nella liturgia della odierna domenica, sono come un’eco viva dell’anima del giovane Frassati. E' noto, infatti, quanto egli abbia amato il mondo creato da Dio!

«Venite a vedere le opere di Dio» (Sal 65/66, 5): anche questo è un invito che si raccoglie dalla sua giovane anima e si rivolge in modo particolare ai giovani.

«Mirabile Dio nel suo agire sugli uomini». (ibidem).

Mirabile il suo agire per gli uomini! Occorre che gli occhi umani, -occhi giovani, occhi sensibili - sappiano ammirare le opere di Dio, nel mondo esterno e visibile. Occorre che gli occhi dell'anima sappiano volgersi da questo mondo esterno e visibile a quello interno e invisibile: e così possano svelare all'uomo quelle dimensioni dello spirito nelle quali si riflette la luce del Verbo che illumina ogni uomo (cfr. Gv 1, 9).

In questa luce opera lo Spirito di verità.

Ecco «l'uomo interiore»! E tale ci appare Pier Giorgio Frassati. Difatti, tutta la sua vita sembra riassumere le parole di Cristo che troviamo nel Vangelo di Giovanni: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).

Egli è l'uomo « interiore » amato dal Padre, perché molto ha amato! Egli è anche l'uomo del nostro secolo, l'uomo moderno, l'uomo che ha tanto amato!

Non è forse l'amore la cosa più necessaria al nostro ventesimo secolo, al suo inizio come alla sua fine? Non è forse vero che soltanto ciò resta, senza mai perdere la sua validità: il fatto che « ha amato»?

Egli se ne è andato giovane da questo mondo, ma, ha lasciato un segno nell'intero di questo nostro secolo.

Egli se ne è andato da questo mondo, ma, nella potenza pasquale del suo Battesimo, può ripetere a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni di oggi e di domani: «Voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete!» (Gv 14, 19).

Queste parole furono pronunciate da Gesù Cristo, mentre si congedava dagli Apostoli, prima di affrontare la Passione. Mi piace raccoglierle dalla bocca stessa del novello Beato, quale suadente invito a vivere di Cristo, in Cristo. Ed è invito valido tuttora, valido anche oggi, soprattutto per i giovani di oggi. Valido per tutti noi. Invito valido che ci ha lasciato Pier Giorgio Frassati.

Postulazione della Causa di Canonizzazione



Si prega di inviare relazioni di grazie ricevute a:

Postulazione “Beato Pier Giorgio Frassati"
Borgo S. Spirito, 4
00193 Roma

Associazione “P.G. Frassati”
Via Anicia, 12
00153 Roma
Tel. 06 / 5895954

info@piergiorgiofrassati.org

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