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Beato Pier Giorgio Frassati
Chiesa Cattolica Italiana
Patrocini
Il Patrono delle Confraternite
Il Beato Pier Giorgio Frassati - Breve presentazione della sua vita
Breve presentazione della sua vita
Liberamente tratto da “Pier Giorgio Frassati dalla preghiera all’apostolato”, P. Di Girolamo S.I, Ed. ADP, Roma 1990.
I - LE TAPPE DELLA SUA VITA
1901: 6 aprile, nasce a Torino in una famiglia dell’alta borghesia: il padre Alfredo fondatore e proprietario del giornale “ LA STAMPA”, la madre Adelaide Ametis pittrice.
1910: Fa il suo primo incontro con Gesù nell’Eucaristia.
1913: Frequenta l’Istituto Sociale retto dai Padri Gesuiti. La sua nativa pietà viene incrementata; strappa alla mamma il permesso di accostarsi quotidianamente all’Eucaristia.
1914: Si iscrive all’Apostolato della Preghiera: in seguito accresce la sua vita spirituale nella Congregazione Mariana e nella Conferenza della S. Vincenzo; partecipa ogni anno agli Esercizi Spirituali.
1918: Conseguita la Maturità Classica sceglie la Facoltà d’Ingegneria presso il Politecnico “per essere più vicino ai poveri minatori“; frequenta attivamente il Club Alpino Italiano; fa parte del Circolo di Azione Cattolica; sostiene e difende la bandiera della FUCI; ive intensamente lo spirito del Terz’Ordine Domenicano.
1920: nominato il padre Ambasciatore a Berlino, trascorre lunghi periodi in Germania; ne approfitta per visitare miniere, studiare l’ambiente operaio e le organizzazioni cattoliche in loro favore.
1922: In contrasto con le idee del padre s’iscrive e milita coraggiosamente nel Partito Popolare.
1925: 4 luglio, nel pieno delle forze, prossimo alla laurea, la morte lo coglie all’improvviso per una forma di poliomielite fulminante.
II - GIOVANE DI PREGHIERA
Lo spirito di preghiera che spicca già fin dai primi anni della sua vita, andrà sempre più crescendo fino agli ultimi momenti fra i dolori lancinanti della morte.
La sua vita spirituale si delinea sempre meglio e acquista uno slancio tutto particolare quando nel settembre 1913, essendo stato bocciato dalla seconda alla terza ginnasiale (cioè la terza media) lascia la scuola pubblica e frequenta l’Istituto Sociale retto dai Padri Gesuiti; anche quando lascerà l’Istituto, rimarrà sempre legato ai Padri proprio per le iniziative di vita spirituale dove la religiosità di Pier Giorgio fa un salto di qualità.
Qui comincia la sua pratica della Messa e Comunione quotidiana. I suoi genitori non ne sono contenti, temono che lo faccia con superficialità e non vedono di buon occhio un figlio bigotto, che potrebbe un giorno farsi prete, proprio colui che si prevedeva essere l’ erede del grande senatore Frassati!
Arrivando a scuola non si ferma a chiacchierare con i compagni, ma va diritto in cappella a pregare senza rispetto umano e a partecipare alla Messa.
Spesso ripeterà “Cristo viene giornalmente a vistarmi nella S. Eucaristia, io ricambio la visita andando a trovarlo nei poveri”.
Sente parlare della Congregazione Mariana: vi partecipa, si consacra alla Madonna, s’impegna ad amarla, farla amare. Per mezzo di lei offre al Cuore di Gesù tutta la sua giornata ed affida a Lei la sua purezza.
La recita del S. Rosario è un impegno quotidiano; anche stanco al ritorno da gite, in treno, davanti a spettatori meravigliati nel vedere un giovane brillante di 20-24 anni sgranare la corona.
L’amore alla Madonna si manifesta in modo particolare al santuario di Oropa ed alla Consolata di Torino; nel mese di maggio lo intensifica portando fiori e facendo fioretti alla sua cara Madre Santissima.
Revisiona la sua vita spirituale negli annuali Esercizi Spirituali che frequenterà a Villa S. Croce.
L’Ora Santa l’attirava molto più che le feste brillanti, nelle quali fu visto spesso ritirarsi a pregare; provava grande gioia nell’accompagnare le processioni del Corpus Domini in tenuta goliardica sostenendo l’asta del baldacchino o accompagnando devotamente i sacerdoti nel portare l’Eucaristia ai malati.
III - APOSTOLO DELLA PREGHIERA
La spiritualità del S. Cuore, propria dell’Apostolato della Preghiera e l’offerta quotidiana delle preghiere, azioni, gioie e sacrifici in unione al Sacrificio Eucaristico per mezzo del Cuore Immacolato di Maria lo vivrà nell’università, nelle vacanze, all’estero. Convinto della necessità ed efficacia della preghiera Pier Giorgio fa un continuo, assiduo apostolato in favore della preghiera, cercando di conquistare il maggior numero di amici, conoscenti, estranei, ed organizzando momenti di preghiera trascinando tanti non solo con l’esempio ma anche con parole persuasive.
Nel discorsetto da lui fatto all’inaugurazione della Bandiera per il Circolo di Azione Cattolica di Pollone nel 1923 dice: “La preghiera è la supplica che noi eleviamo al trono di Dio, è il mezzo più efficace per ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo bisogno, specialmente la forza della perseveranza e nel raccomandare la fervida preghiera io annovero tutte le pratiche di pietà prima fra tutte l’Eucaristia. Cibatevi del Pane degli Angeli e lì troverete la forza per combattere le lotte interne”.
Lo zio Pietro, vissuto sempre lontano da una vita religiosa, muore finalmente riconciliato col Signore proprio per le preghiere di Pier Giorgio che in proposito scriveva: “Iddio nella sua infinita misericordia non ha badato ai miei innumerevoli peccati, ma ha esaudito la mie preghiere e quelle dei miei”.
Negli ultimi anni di vita il pensiero della morte vicina gli è sempre presente e chiede preghiere; dirà che il giorno della sua morte sarà il più bel giorno della sua vita e tre mesi prima di morire, alla sorella scrive: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo! Finchè la fede mi darà la forza, sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita”.
Dal cielo infine ottiene che i genitori si riconcilino tra loro e con Dio.
IV - L’ APOSTOLATO CARITATIVO E SOCIALE
Alla scuola dei Gesuiti conosce la S. Vincenzo, vi si iscrive e sarà fedele fin sul letto di morte, ove verga a stento un biglietto da recapitare a un confratello per un’offerta a un malato.
Alla S. Vincenzo non porta solo il suo aiuto economico, porta tutta la sua persona per visitare i poveri, specialmente malati, trasportare sul carretto legna o materassi, comperare medicine, rivolgersi ad altri per sollecitate aiuti e il tutto con tanta naturalezza, segretezza da far meraviglia. Alla sua morte, quello che colpisce i genitori e la sorella, è la partecipazione così numerosa e sentita di migliaia di poveri.
Vivere la propria vita religiosa agli inizi del 900 non era facile; (non è mai facile una vera vita cristiana, ma in certi periodi può esserlo di più o di meno).
Le manifestazioni religiose come Congressi Eucaristici e processioni erano le occasioni in cui borghesia e comunisti si alleavano contro i cattolici; tra questi si affermarono due Movimenti: A.C.I. e F.U.C.I. per il settore universitario.
Pier Giorgio che ha tutta una ricchezza spirituale non vuole tenersela chiusa in sé; anche per viverla meglio e diffonderla partecipa in pieno a due movimenti: A.C.I. e F.U.C.I. per il settore universitario cattolico; frequenta le adunanze, congressi: vive la vita di circolo, pronto a spazzare, spostare mobili, sempre in prima fila.
Al Politecnico tra la marea di avvisi osa mettere in bacheca quello della adorazione notturna e siccome altri lo strappano lo riscrive fino a 60 volte e rimane per ore a fare la sentinella.
In quell’epoca, proprio come frutto della rapida industrializzazione, specialmente in Piemonte, si era creata una grande disuguaglianza sociale ed era in atto la lotta per una maggiore giustizia sociale.
Nel campo ecclesiale l’Enciclica “Rerum Novarum” sulla condizione operaia di Leone XIII del 1891 era la magna carta ispiratrice dei sindacati cristiani con vari nomi come Leghe Bianche, che attraverso diverse e graduali riforme e previdenze cercavano una maggiore giustizia.
Pier Giorgio, per quanto giovane, aderisce al Movimento Cristiano Sociale e approfondisce lo studio dei problemi; all’Università sceglie Ingegneria Mineraria proprio per essere più vicino alla difficile vita dei minatori.
E’ convinto che solo il Cristianesimo con la sua dottrina sociale e con le idee di fraternità, giustizia e carità può portare a tutti i popoli pace e benessere; è contro la guerra, sostiene la riforma agraria, le casse rurali, il salario familiare, la partecipazione degli operai all’utile dell’azienda… tutte cose all’avanguardia. E Pier Giorgio ha solo 20-24 anni!
Aderisce al Partito Popolare Italiano nel 1922 a 20 anni (la sua tessera è controfirmata da Alcide de Gasperi) proprio per il suo ideale cristiano e per la sensibilità popolare ed approva il motto del giornale “Il Popolo”: “Per l’avvento di Cristo, per l’avvento del popolo”; auspica e s’impegna che il P.P.I. vinca le elezioni per dare una vera educazione cristiana al paese.
V - “IL GIOVANE CRISTIANO”
Pier Giorgio si iscrive al Terz’Ordine Domenicano e sceglie il nome di Fra Girolamo (Savonarola) per l’impegno religioso nella “ Civitas” (come il Savonarola per Firenze) e per creare strutture impregnate del precetto cristiano dell’amore.
Il Padre Karl Rahner S.I., che ebbe a lungo Pier Giorgio ospite a casa sua, ha lasciato scritto: “Frassati rappresentava il giovane cristiano puro, lieto, dedito alla preghiera, aperto a tutto ciò che è libero e bello, attento ai problemi sociali, un giovane che recava nel cuore la Chiesa e le sue sorti. La sua vita così ricca, così serena, quasi spensieratamente allegra (malgrado tutti i problemi familiari) trascorsa a cavallo, sugli sci, in montagna, in compagnia di amici e di ragazze, tra canti, accesi discorsi politici, acquista una profondità e una serietà che le derivano dall’assolutezza della fede cristiana in Dio e nella vita eterna”.
Rimane come faro per tutti, specialmente per i giovani, di un cristianesimo convinto , attivo, vissuto con naturalezza meravigliosa.